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ISTITUZIONI · sabato 2 febbraio 2013

Marchini parte dai problemi della città

::COMUNALI:: Primo giro ufficiale per il candidato “civico”: verifica e ascolto dei territori per costruire il programma

Il taglio politico che Alfio Marchini ha deciso di dare a questo inizio di campagna elettorale per la poltrona più alta del Campidoglio è netto: verifica dei problemi e ascolto dei territori nella prospettiva di un programma di proposte da sottoporre successivamente all’elettorato. Nella sua prima uscita pubblica, ieri mattina, il candidato sindaco “civico”, per così dire, ha scelto di recarsi al sottopasso di Corso d’Italia dove la scorsa domenica due clochard somali sono morti in un tragico incendio.

Un luogo divenuto il simbolo della disperazione degli invisibili di Roma e che proprio per questo Marchini ha voluto visitare in prima persona, sottolineando la necessità di uno sforzo sociale prima ancora che politico per rendere la città «più solidale». «La cronaca a volte detta le emergenze e i tempi in cui bisogna prendere una posizione e prima di prenderla bisogna poi ancora capire e ascoltare le persone che se ne stanno occupando e hanno una già un quadro chiaro di quello che deve esser fatto e come» ha detto Marchini, accompagnato nel suo sopralluogo da alcuni funzionari del Commissariato Salario-Parioli che stanno seguendo le indagini sul tragico evento, «una pagina di grande tristezza» l’ha definita il candidato sindaco, intollerabile in una «una città come Roma, e a due passi da Via Veneto» e «per cui non può valere la scusa che non ci se ne rende conto.

Evidentemente manca proprio la capacità di formulare una proposta organica che a mio avviso parte dal senso di solidarietà che questa città deve avere». Una critica aperta, seppure fra le righe, alle insufficienti politiche sociali dell'attuale amministrazione Alemanno: «Roma ha sentito fin troppe risposte semplicistiche» sostiene Marchini, e il riferimento è probabilmente all’aggressiva campagna mediatica sulla sicurezza che l’attuale sindaco condusse nel 2008 sull’onda emotiva suscitata dal brutale omicidio della signora Reggiani alla stazione di Tor di Quinto e che negli ultimi cinque anni s’è risolta, alla luce dei numerosi episodi di cronaca nera, in un grande bluff. «La cosa più importante è l’ascolto delle forze dell’ordine e di tutti coloro i quali sono coinvolti direttamente e indirettamente in un problema così serio», e bisogna farlo in prima persona, «guardare con i propri occhi altrimenti si rischia di cogliere solo un aspetto marginale» e solo poi «cominciare a lavorare, così come abbiamo già fatto, sul territorio prevedere una rete a seconda del Municipio per dare una risposta organica a un problema così serio». Marchini insomma s’è messo in prima linea.

Marcando la differenza con Alemanno e esprimendo posizioni forti su un fronte, quello della solidarietà e del volontariato, tradizionalmente caro al popolo della sinistra, cui l’imprenditore vuole evidentemente rivolgersi sin da subito approfittando dell’assenza di un candidato di Pd e Sel, che sceglieranno il loro frontrunner solo fra due mesi. Che però in politica sono un’eternità. chp