"La bellezza salverà il mondo" dice il principe Miškin nell'Idiota di Dostoevskij. Lo ribadisce Oscar Farinetti, inventore di Eataly,in una bella intervista a Gramellini sul quotidiano La Stampa di lunedì. Una convinzione che ha messo in pratica creando un "supermercato" di prodotti di élite italiani e non solo. Giovedì Eataly sarà inaugurato anche a Roma.
Dopo Torino, New York e Tokyo. Il primo esperimento, quello di Torino Lingotto, aperto anni fa, funziona alla grande: si trovano generi alimentari di eccellenza di tutte le regioni Italiane dalla Fontina valdostana, alla Fassona piemontese, passando per il Caciocavallo silano e la Cipolla di Tropea con un pizzico di 'Nduja calabrese, si arriva al Pachino Siciliano. La maggior parte dei prodotti sono stati selezionati da Slow Food, quindi tutti certificati e di qualità. Forse potrebbe far storcere il naso agli affezionati al km 0, ma quando i risultati arrivano anche dall'America (Eataly NY fa 80 milioni di fatturato: 40 in prodotti e 40 in ristoranti) e vediamo il nostro Parmigiano Reggiano, il nostro vino, la nostra carne, le nostre verdure apprezzate da coloro che fino a qualche tempo fa, si nutrivano di fish and chips, non può che inorgoglirci!
Una cosa è certa: sta cambiando la concezione di cibo, siamo sempre più attenti a ciò che mettiamo nel nostro corpo, anziché a quello che mettiamo sul nostro corpo. Stiamo facendo nostro l'invito di Ippocrate: "Fa che il Cibo sia la tua Medicina e che la Medicina sia il tuo Cibo". Se mangiamo bene stiamo meglio. Dopotutto l'Italia è la patria del bello e del buono: la qualità dei nostri prodotti da sempre ci rendono unici al mondo.
Elisa Isoardi