La campagna elettorale che poche ore fa ci siamo lasciati alle spalle, è stata tanto breve quanto brutta. In Regione, dove gli elettori dovranno scegliere il nuovo governatore, il confronto programmatico fra i candidati, complice la concomitanza con le politiche, è stato troppo spesso messo da parte a vantaggio dello scontro personalistico, delle accuse, talvolta delle cadute di stile.
L'argomento principe di Francesco Storace contro Nicola Zingaretti, per esempio, è stato l'acquisto da parte della Provincia di Roma (della quale l'esponente democratico è stato presidente negli ultimi cinque anni) di una sede del costo di oltre duecento milioni all'Eur.
Una compravendita avviata quando a Palazzo Valentini sedeva Enrico Gasbarra e contro cui Storace ha puntato il dito già a gennaio sostenendo si trattasse di uno spreco di denaro pubblico. Affermazioni cui Zingaretti ha replicato a stretto giro sottolineando come il nuovo immobile avrebbe permesso di dismettere «altre dodici sedi di proprietà dell'ente sparse nella città di Roma» generando un risparmio «di cinque milioni di euro l'anno su efficientamenti, riorganizzazioni e fitti passivi non più da pagare». All'ex colonnello di An non è però bastato e nell'ultimo duello sul Tg3 Lazio dell'altro ieri, è tornato pesantemente sulla vicenda accusando il suo diretto avversario di aver «raccontato balle sul palazzo della Provincia».
Una polemica legittima in campagna elettorale, ma che rimanda a un'altra storia, anche questa che ha a che fare con un palazzo, e il cui protagonista è stavolta Storace. Il palazzo è quello che ospita il Ministero della Salute, in viale Giorgio Ribotta, e anch'esso è in zona Eur. L'edificio è di proprietà della società Imef ed è stato concesso in locazione al dicastero, all'inizio del 2006, per la cifra nient'affatto irrisoria di 7.810.000 euro annui. Il contratto è datato 28 luglio 2005 e all'epoca, al vertice del Ministero della Salute c'era proprio Francesco Storace, il quale diede il suo benestare - lo stesso che ora rinfaccia a Zingaretti - a un'operazione cui pure non aveva direttamente dato il via.
Le procedure che hanno portato alla costruzione e al successivo affitto della sede erano state infatti messe in moto nel 2002 dal suo predecessore, Sirchia, in ragione dell'«esigenza » del Ministero di «accorpare presso un'unica sede i propri uffici di Roma».
Che è poi lo stesso motivo che ha convinto Gasbarra e Zingaretti a trasferire gli uffici della provincia in una nuova struttura. Con una differenza: mentre la Provincia è proprietaria dell'immobile, il Ministero sborsa da sei anni e chissà ancora per quanto una cifra monstre per il solo affitto della sede. A conti fatti sarebbe convenuto comprarla, probabilmente.
Christian Poccia