Il dissesto dell'Idi, un buco da 600 milioni di euro, continua a generare tensioni e incertezze tra i lavoratori che ieri pomeriggio hanno manifestato in un centinaio circa presso una delle sedi dell'Istituto Dermatologico dell'Immacolata in Largo Giovanni XXIII, vicino a piazza San Pietro.
I dipendenti delle strutture sanitarie fondate dai padri concezionisti continuano a chiedere il pagamento degli stipendi, fermo ormai dal mese di agosto, e risposte alla situazione di estrema incertezza (gravata da voci di pesantissimi tagli al personale) sul piano di rientro e ristrutturazione delle strutture sanitarie religiose.
Una crisi che coinvolge circa 1500 dipendenti in due strutture romane, l'Istituto Dematologico di via dei Monti di Creta e l'ospedale San Carlo di Nancy, oltre alla casa di Cura Villa Paola di Capranica, in provincia di Viterbo. Tre elementi di un gruppo che dà lavoro, non solo in Italia, a circa seimila tra medici e ricercatori e fa capo a un ordine che conta circa 400 religiosi.
Ieri in piazza con lavoratori e le rappresentanze sindacali, c'era anche il segretario Roma Nord della Funzione pubblica Cgil Natale Di Cola con il quale abbiamo fatto il punto della situazione. «Siamo venuti qui per sollecitare un intervento che porti in tempi rapidi a trovare risorse per sbloccare gli stipendi per le 1500 famiglie, di cui moltissime monoreddito, che da mesi devono affrontare le problematiche di tutti i giorni senza soldi». «Oggi non siamo riusciti a parlare con nessuno - ha spiegato Mazza - ma volevamo fortemente portare all'attenzione della città la questione».
La manifestazione di ieri è arrivata infatti in concomitanza con l'anniversario dell'avvio del Concilio Vaticano II a poche ore dalla grande messa celebrata da papa Ratzinger in Piazza San Pietro. «Ci piacerebbe che si interessassero della questione anche esponenti del Vaticano o della Cei - ha spiegato Mazza - se ci fosse da parte loro la possiblità di un contributo diretto, si potrebbero trovare più facilmente soluzioni per aiutare queste famiglie». Intanto però la frontiera resta quella del 15 ottobre, data entro la quale la nuova dirigenza, guidata dal duo Boncoraglio-Voglino presenterà un nuovo piano industriale. «Se il piano verrà accettato - conclude Mazza - saranno riavviate le procedure per sbloccare i conti correnti, ma intanto gli stipendi restano bloccati e le famiglie sono sempre più in difficoltà».
I sindacati vogliono mantenere alta l'attenzione su una vicenda che prima che finanziaria e giudiziaria, è diventata umana. Domenica un'altra manifestazione presso la sede di Vicolo del Conte a Casetta Mattei, davanti alla sede provinciale dei padri concezionisti, ribadirà con ancora maggiore forza la drammaticità della situazione.
F.U.