Senza stipendio da agosto e senza indicazioni sul loro futuro, i dipendenti dell'Idi, riuniti venerdì in un’assemblea partecipata da oltre 400 persone, si sono appellati al senatore Ignazio Marino, presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale.
Dopo aver sfiorato la tragedia con l’episodio della dipendente esasperata che ha tentato di gettarsi dal terrazzo della struttura, l’intervento del senatore Marino all’auditorium “Padre Sala” dell’istituto dell’Idi della Congregazione dei Figli dell’Immacolata è il tentativo dei 1500 lavoratori coinvolti e dei sindacati di portare la vicenda all’attenzione delle massime istituzioni nazionali, fino al governo.
«Riteniamo sia un passaggio importante quello col senatore Marino - spiega Carlo Mazza della Fp Cgil - Ogni interessamento sulla vicenda è benvenuto, anche se sappiamo che la questione è molto complessa e non si può risolvere con la bacchetta magica». I lavoratori hanno chiesto al senatore Marino di verificare la situazione debitoria degli ospedali e trovare soluzioni che sblocchino il pagamento degli stipendi e dei fornitori. Il Senatore Marino si è impegnato a chiedere all’istituto i bilanci degli ultimi 10 anni a convocare il commissario ad acta per la sanità della Regione Lazio Bondi affinché riferisca circa la situazione e indichi le possibili soluzioni.
«Per noi - prosegue Mazza, la vicenda dell'Idi va ormai posta all'attenzione del governo. Si tratta di un'istituzione di cura e ricerca riconosciuta a livello mondiale, presso la quale arrivano persone da tutto il mondo per curarsi». All’Assemblea ha partecipato anche una delegazione di lavoratori medici e non medici dell’INRCA, altro istituto di ricerca a carattere scientifico del territori che dal 31/12/2012 sarà chiuso. «Qui si tratta di salvare non solo il posto di lavoro e la dignità di 1500 famiglie - spiega ancora Mazza - ma una istituzione che è patrimonio di tutti, della nazione, e che va tutelato».
Per questo i lavoratori e le organizzazioni sindacali hanno deciso di continuare la lotta programmando altri tre presidi il 15 novembre alle nove davanti alla Regione Lazio, il 16 sempre alle nove davanti alla sede della ASL RME a Borgo Santo Spirito e la terza davanti alla Prefettura (data da comunicare) per continuare nella protesta e tenere alta l'attenzione sulla vicenda.
La vicenda de l'Idi dopo l'allontanamento del suo patron padre Decaminada e la gestione commissariale del prefetto Enzo Boncoraglio, rimane comunque di difficile soluzione per un buco di bilancio stimato a 600 milioni alla fine dell'estate scorso e per la natura dell'istituto di proprietà della congregazione religiosa Figli dell'immacolata Concezione. Una struttura essenzialmente privata che per di più ricade nella extraterritorialità dello Stato del vaticano. Risulta quindi difficile anche per il commissario alla sanità laziale Bondi poter influire su una situazione che peraltro è già nel mirino della procura della Repubblica.