Anche per i Radicali la Polverini «non poteva non sapere». Ma come mai anche il gruppo composto dai 2 consiglieri Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo hanno prima incassato i fondi che l'ufficio di presidenza (di cui i radicali non fanno parte) e poi li hanno in parte spesi? A rispondere nel corso della conferenza stampa organizzata nella sede di Torre Argentina sono stati proprio lo stesso Berardo e Marco Pannella.
«Noi sapevamo che quei fondi erano ascritti al finanziamento dei gruppi perchè sono accompagnati in dicitura con quella voce, ma non ne conoscevamo l'entità perchè erano stati somministrati a rate. Per cui ogni volta pensavamo che finissero con il primo importo, mentre alla fine dell'anno arrivarono tre rate, e noi non conoscevamo le delibere dell'ufficio di presidenza». Ma se erano fondi "in più" rispetto all'esistente perchè usarli allora, e non dirsi da subito contrari a questo ulteriore foraggiamento dei gruppi politici in Regione? «Lo abbiamo detto più volte rispetto al tema del finanziamento pubblico: guardate che se io li restituivo - ha risposto il consigliere Berardo - li avrebbero messi in giro per i vari Fiorito. Noi intanto non li abbiamo spesi tutti e potete vedere dal bilancio online quanti residuano, e soprattutto abbiamo detto come li abbiamo spesi».
I radicali contestano quindi la teoria di chi dice "chi era contrario a quei fondi non li doveva poi neanche prendere", e spiegano anche come decisero di impiegarli: «Abbiamo stabilito - ha chiarito Marco Pannella - che al 39° congresso transnazionale ci fosse un contributo per qualche panino per i partecipanti, in linea con la campagna di Emma del 2010, contribuendo a permettere che militanti non violenti e altre minoranze potessero essere rappresentati». Alla conferenza stampa sono intervenuti anche il segretario dei radicali Mario Staderini e Emma Bonino, che nei giorni scorsi aveva denunciato l'atteggiamento dei partiti, al tempo della sua candidatura alla Regione, "rei" secondo la radicale di non aver voluto appoggiare i suoi obiettivi per la trasparenza e la legalità e che ieri ha annunciato l’impegno dei radicali ad «assumere la responsabilità, come alternativa radicale, di concorrere alle scelte che il paese dovrà fare a tutti i livelli - comunale, regionale, nazionale o relativamente alle più alte istituzioni».
I radicali rivendicano dunque di essere stati i primi a pubblicizzare i loro bilanci e a rendere pubblico l'utilizzo dei fondi a loro disposizione in questi due anni e mezzo di consiliatura alla Regione Lazio e di aver così denunciato per primi la assoluta mancanza di controllo sui fondi ai gruppi. Dunque, il gruppo radicale ha presentato le sue tre proposte: approvare subito una legge per l'anagrafe degli eletti; riformare il sistema dei vitalizi in Regione passando al contributivo; tagliare definitivamente i fondi ai gruppi consiliari e fare in modo che tutto sia rendicontato e verificabile. Se in Regione dunque, tra la "faida" nel Pdl e le deunce dei radicali qualcosa si muove, si brancola ancora nel buio in Comune, dove (tra la scoperta di uno scandalo e un altro) fanno fatica a uscire i "segreti" dei gruppi consiliari capitolini. Qui si tratterà forse di eventi e spese di minore impatto mediatico, non ci saranno le feste a tema da trentamila euro e le cifre milionarie della Regione, ma tra la festa in un parco pubblico e un pezzo di marciapiede da rifare anche qui ballano sulle spalle dei cittadini diversi milioni di euro, spartiti tra i consiglieri comunali in maniera discrezionale, di cui poco si sa.
Tutto parte dalla cosiddetta "manovra d'aula", dove il bilancio della Capitale (quello che al momento non è stato ancora approvato) mette a disposizione di ciascun consigliere comunale 200mila euro. La denuncia arriva dal presidente del Municipio X ed esponente di Sinistra e libertà Sandro Medici: «Ogni consigliere ha una serie di suoi obiettivi che spesso non hanno nulla a che fare con le priorità del municipio». «Sono fondi che arrivano già vincolati sul bilancio dei municipi - spiega ancora Medici - Per cui, mentre siamo tenuti a svolgere certe attività con quei fondi, ci ritroviamo senza soldi per riparare le scuole, tappare le buche sulle strade, occuparci dei più deboli». La polemica è appena all'inizio, e gli stessi radicali hanno chiesto con il segretario romano Riccardo Magi che «il presidente dell'aula e il sindaco, i capigruppo Pdl e Pd garantiscano trasparenza anche sulle attività finanziate nell'ambito della "manovra d'aula" dall'ufficio del Consiglio e dal Gabinetto del sindaco, pubblicando online la rendicontazione».
Francesco Unali