Inattesa, improvvisa, chiarissima. La decisione del sindaco Giuliano Pisapia di lasciare la carica di Commissario di Expo, chiedendo al governo e al Parlamento «maggiore attenzione» ha scatenato nei palazzi del potere milanese una vera e propria bufera di polemiche. Poco dopo il discorso pronunciato da Pisapia all'assemblea annuale di Assolombarda («mancano mille giorni, sono preoccupato») il clima sembrava quasi di convergenza su un evidente gesto di rottura. Dichiarazioni in questo senso apprezzate dagli stessi Formigoni e Podestà.
Poi, nel corso del pomeriggio di lunedì, metabolizzata la notizia e le possibili conseguenze, il cambio di toni. La richiesta a Pisapia, da parte del governatore Formigoni, di ritirare le sue dimissioni, poi l'appello al governo da parte del deputato democratico Peluffo di confermarlo nel suo compito. Ma Pisapia nel suo intervento era stato chiarissimo: «Una decisione difficile, sofferta, che non significa tirarsi indietro ma che, anzi, vuole essere una spinta ad una reale e concreta partecipazione del governo nazionale a una maggiore attenzione, ad una non solo formale assunzione di responsabilità da parte di chi ci governa, per l'unico grande evento internazionale previsto in Italia nei prossimi anni». E ha aggunto: «In questo anno da parte nostra è stato fatto molto ma adesso serve uno sforzo eccezionale. La mia decisione vuole e deve essere un passo avanti per il progetto Expo, cui credo fortemente».
Una preoccupazione per nulla peregrina, che ha però innescato violente polemiche negli ambienti politici, forse spaventati dall'idea di un evento come Expo che possa viaggiare verso il 2015 senza una direzione chiara. Dal Pd è il consigliere regionale Pd Mirabelli a rilanciare chiedendo anche le dimissioni di formigoni da Commissario Generale: «E’ lui - ha affermato - che avendo seguito la questione Expo dall’inizio, ha dimostrato di non aver saputo tenere insieme il quadro istituzionale. Si prenda le sue responsabilità e non scarichi le colpe sul governo». Per gli imprenditori di Assoedilizia e gli industriali di Assolombarda Pisapia ha saputo interpretare le preoccupazioni su crisi e rilancio dell'economia attraverso le vicende di Expo.
Ma ormai il clima è da rissa e Formigoni risponde: «Il Pd cerca maldestramente di coprire l'atto 'non di coraggio' di Pisapia chiedendo anche a me di non avere coraggio. Si sbaglia di grosso». La risposta a Formigoni arriva indirerttamente dal consigliere provinciale Caputo secondo il quale «Non ci può essere una vera sorpresa rispetto alla scelta del sindaco Pisapia - ha detto - Le risposte sono sempre state timide e approssimative, con questo gesto il sindaco accellera per poter lavorare bene. Il Governo risponda senza indugi».
Negativo anche il giudizio dell'Udc: «Assolutamente un atto non condivisibile! I problemi di Expo non si risolvono con le dimissioni ma con un coinvolgimento attento ed operoso degli enti coinvolti, Governo in primis ma anche Regione, Provincia e Comune». La Lega Nord invece raddoppia: «Pisapia ha fallito - dice Matteo Salvini - e ha fatto fuori Boeri, l'unico che proponeva qualcosa. Il governo ignora ancora una volta Milano e il nord». Ora dunque «Formigoni lasci» il ruolo di commissario generale «o rischiamo una figuraccia planetaria».
Pisapia tace, ma la discussione è appena agli inizi: Pdl, Lega, Milano al Centro, Fli e dal Movimento 5 Stelle hanno chiesto che il sindaco riferisca in aula, prima dell'inizio della discussione del bilancio, su Expo. Probabilmente invece si terrà una seduta della Commissione Expo in data ancora da fissare.