Anticipata alle 16 con l'accordo che non potrà andare oltre le 18 vista la convocazione della delegazione piddina al Quirinale fissata alle 18,30, la riunione di Direzione del Pd rischia di diventare una pura formalità e non l'avvio del chiarimento all'interno del Pd.
Secondo le indiscrezioni, alcuni interventi tenteranno di far recedere Pier Luigi Bersani dall'idea di confermare le proprie dimissioni. In molti pensano infatti che sarebbe meglio che fosse Bersani a gestire il partito da qui al congresso straordinario che si dovrebbe tenere prima dell'estate. L'alternativa e' la nomina di un gruppo di saggi che ingloberebbe inevitabilmente nomi come quelli di Massimo D'Alema, Walter Veltroni e Franco Marini.
Per quanto riguarda il governo, cresce la spinta all'interno del Pd che vorrebbe Matteo Renzi a palazzo Chigi.
Avanzata questa ipotesi ieri sera in tv da Matteo Orfini a ''Piazza Pulita’' su La7, oggi ha ricevuto adesioni inaspettate da Piero Fassino a Debora Serracchiani, da Roberto Speranza a Pino Pisicchio (Centro democratico). La soluzione Renzi permetterebbe di rabbonire i dissensi nel Pd e di permettere che non ci siano sorprese al momento del voto di fiducia al nuovo governo.
Della soluzione Renzi, secondo le indiscrezioni, non sembra però convinto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che continua a privilegiare una soluzione di premiership più sperimentata come quella di Giuliano Amato.
Nella riunione di Direzione del Pd non si discuterà però pubblicamente di proposte da fare al Colle. A questo ci penserà la delegazione - Luigi Zanda, Roberto Speranza, Pier Luigi Bersani o Enrico Letta - che alle 18,30 andrà al Quirinale per le consultazioni di rito con Napolitano. (asca)