Massimo riserbo dalla direzione del Pd romano e regionale, Marco Miccoli e Enrico Gasbarra, su quel lavoro di '”scrematura” delle candidature alle primarie “aperte” per il candidato sindaco alle ormai prossime comunali. Se da un lato le voci della candidatura del cardiochirurgo e deputato Ignazio Marino vicino alle posizioni di Goffredo Bettini - appena ritiratosi dalla competizione- prendono quota, dall’altro trova conferma l’asse fra la componente bersaniana del neodeputato e capogruppo capitolino Umberto Marroni e la componente cattolica cui fa riferimento l’eurodeputato David Sassoli. Pretattica? Probabilmente. Ma soprattutto segno di un dislocarsi delle varie correnti del Pd romano che oggi deve fare i conti anche con l’outsider, il convitato di pietra Alfio Marchini. Il fatto è che Alfio in campagna elettorale c’è già da mesi.
Gira le periferie vede gente e fa cose, tante cose. Ma soprattutto sta ottenendo un consenso mediatico assolutamente di rilievo. Ben tre presenze televisive, inizialmente con Lucia Annunziata su Rai Tre, poi con Santoro a Servizio Pubblico e lunedì sera a La7 con Lilli Gruber dove ha ottenuto una share d’ascolto elevatissima come ieri riferivano con grande evidenza le cronache romane di quasi tutte le grandi testate giornalistiche. Quindi Marchini non solo “buca” il piccolo schermo, ma non c'è giorno che non buchi anche le pagine dei principali quotidiani.
Non è ancora ufficialmente noto se l’imprenditore parteciperà o meno alle primarie “aperte”, formula per la quale aveva già espresso la sua preferenza, possiamo tuttavia immaginare che stia raccogliendo le firme previste dal regolamento per parteciparvi, come stanno facendo tutti gli altri candidati. Siano i 1300 iscritti o i 4000 cittadini elettori. Si dice che la sua partecipazione potrebbe essere subordinata alla qualità e alla quantità dei competitor in campo.
Ad oggi nessuno si è ancora ritirato. Anzi, Sassoli ha già messo fuori i manifesti e Gentiloni raccoglie firme a sostegno fra autorevoli personalità del migliore milieu romano. Anche Marroni che da un po' di tempo occupa la scena non pare abbia alcuna intenzione di ritirarsi dalla competizione, tanto che ieri invitava i grillini a partecipare alle primarie riscontrando molti punti in comune fra la battaglie sostenute dalla sinistra a Roma ed i 20 punti del programma di Beppe. Guarda caso ottenendo l'immediata adesione di Sassoli alla sua proposta. Ma le incertezze e i dubbi su queste affollate primarie non riguardano solo il Pd. Ieri ad esempio è intervenuto anche Massimiliano Smeriglio di Sel, oggi deputato e forse vicepresidente della Regione in pectore, che si trova in gara ben due esponenti del suo partito; Luigi Nieri con tanto di manifesti affissi e Gemma Azuni che ha già organizzato il suo comitato elettorale. Anche Smeriglio teme che queste primarie di coalizione rischino la frammentazione a scapito dei programmi. Per questo richiama i gruppi dirigenti del Pd e Sel al senso di responsabilità per «allargare il campo al cattolicesimo democratico da un lato e a quello della sinistra radicale e dei movimenti dall’altro».
Laddove per movimenti si intende M5S e per la sinistra radicale quel che resta di Rivoluzione Civile. Alleanze ed aperture, così come i programmi, ancora cozzano sui nomi, sulle persone, tutte, chi più chi meno, legate a correnti politiche. L’unico candidato civico è Marchini non tanto ingenuo da non tener conto che la partita si gioca anche con la sinistra e nella sinistra. Poi si apra pure ai grillini incazzati o ai delusi da Alemanno. Solo che l’imprenditore non vuole farsi coinvolgere in giochi ed alchimie interne alla gaucho, non solo romana, che rischiano di chiudere le primarie “aperte” nel recinto di un regolamento dei conti.
Giuliano Longo