Banali cadute sulla neve e sul ghiaccio, ma anche pericoli dovuti ad attività sportive svolte senza attrezzatura e protezioni adeguate. Le donne sono più esposte alle distorsioni, che le colpiscono in misura doppia (42,1%) rispetto agli uomini (23,7%). Secondo dati dell'Istituto superiore di sanità le distorsioni rappresentano il 32,8% degli incidenti totali sulla neve, seguono poi con il 27,4% le contusioni, le fratture (15,7%) e le lussazioni (8,7%).
Incidenti che per le donne valgono doppio. “Il corpo femminile ha delle caratteristiche diverse rispetto a quello maschile - spiega Silvia Malaguti, neurologa, specialista di disfunzioni pelvi-perineali del Centro Medico di Neurofisiologia e Biomeccanica applicata alle disfunzioni pelvi-perineali di Milano - che le espone a maggiori e più frequenti problemi che possono favorire la progressione di un prolasso o altre disfunzioni della sfera uro-genitale”.
Anche una banale scivolata con caduta finale sul fondoschiena è per le donne un problema molto più serio. “Cadere violentemente, su una lastra di ghiaccio o su di un gradino bagnato, - aggiunge Malaguti - può determinare scompensi posturali molto più frequentemente nelle donne che negli uomini e ciò può creare disturbi funzionali - continua l'esperta - come il dolore pelvi-perineale o disturbi vescicali con sintomi che ricordano la cistite. Dopo una caduta si possono manifestare persino difficoltà a svuotare la vescica, dolore alla defecazione, ma anche disturbi della sfera sessuale”.
Anche le donne che nel week end si lanciano in attività sportive impegnative come lo sci o lo snowboard senza una preparazione adeguata o affaticando eccessivamente le strutture muscolari e scheletriche devono prestare particolare attenzione alle loro zone deboli, coccige e pavimento pelvico. Le conseguenze di una caduta in pista o di uno scontro con un altro sciatore, episodi frequenti in montagna in questo periodo, vengono spesso sottovalutate: “Si applicano borse di ghiaccio e pomate a basi di antinfiammatori non steroidei che hanno la capacità di alleviare rapidamente il dolore, anche se per poco tempo.
Quello che in pochi sanno - continua Malaguti - è che il colpo subito potrebbe aver provocato un trauma della colonna cervicale simile al colpo di frusta che si verifica nei tamponamenti. Questi incidenti ad alta quota possono dar vita a cefalea, instabilità posturale, vertigini, formicolii agli arti e dolori cervicali”.
In caso di neve in città, il consiglio è di evitare di uscire di casa a piedi, se non necessario, e di indossare scarpe con la “suola scolpita”, così da evitare cadute che possono avere conseguenze traumatiche per le ossa, soprattutto per quelle del bacino. “Per praticare sport sulla neve - ricorda l'esperta - bisogna proteggere i punti più fragili con imbottiture, indossare le protezioni per ginocchia e spalle, allacciare sempre bene gli scarponi e non fare mai a meno del casco. Ai primi segni di stanchezza, le donne dovrebbero rallentare o terminare l'attività - conclude Malaguti - in quanto spesso hanno una resistenza e una sopportazione della fatica e del dolore maggiori rispetto uomini, che non sono però supportate dalla stessa robustezza fisica”. (asca)