È fissato alle 10 alla Camera l'incontro tra Pier Luigi Bersani e la delegazione del M5S. Il colloquio verrà trasmesso in diretta streaming, come chiesto dai grillini. Il segretario del Pd cercherà di convincere i suoi interlocutori ad appoggiare il tentativo di formare un governo invece di assumere posizioni aprioristiche: dovrebbero guardare al programma che gli viene proposto, ritenuto il più avanzato possibile per un esecutivo di “cambiamento”.
È però assai difficile che Vito Crimi e Roberta Lombardi, capigruppo del M5S al Senato e alla Camera, dichiareranno un interesse a favorire il tentativo di Bersani. Ieri sera i gruppi parlamentari del M5S riuniti a Montecitorio hanno deciso all'unanimità di scartare l'ipotesi di un sostegno al governo guidato da Bersani. L'interesse dell'incontro di oggi sta comunque nel capire con quali motivazioni i grillini comunicheranno le loro decisioni.
“Forse Bersani approfitterà della diretta streaming. Ma noi non cambiamo idea. Diremo di no”, anticipa Lombardi. A conclusione di giornata, Bersani ha provato a tirare le somme: “Bisogna continuare a lavorare, rimangono difficoltà ma andiamo avanti. Sarà tutto in trasparenza, non inseguite dietrologie e strani cunicoli. Ciascuno avrà il quadro e potrà decidere se prendersi le responsabilità nella gradazione che preferira”'. Il presidente pre-incaricato batte soprattutto su un tasto, quello di una commissione sulle riforme: “Mi pare si cominci a comprendere meglio che cosa intendo per quel famoso doppio registro e in particolare qual è la proposta che si delinea e che testimonia l'intenzione di produrre una corresponsabilità sui grandi temi istituzionali.
Ogni ora che passa, per chi non condivide o non condivide ancora la mia proposta, sta aumentando la consapevolezza che non è una improvvisazione”. In conclusione, Bersani sembra dire: non assumetevi la responsabilità di non far nascere il mio governo, troviamo i punti sui quali possiamo convergere come auspicato anche dal presidente Giorgio Napolitano. Ma da Pdl e Lega Nord non si accetta la proposta di Bersani. Dichiara Angelino Alfano all'uscita dal colloquio con il presidente pre- incaricato: “La soluzione più sperimentata in Europa è quella della corresponsabilità tra le forze principali. Le posizioni restano molto distanti e se resteranno distanti nelle prossime 48 ore noi ribadiremo che l'unica strada è quella del voto”. Anche Roberto Maroni, segretario del Carroccio, chiude la porta al negoziato: “La Lega Nord condivide la posizione espressa da Alfano, auspichiamo un governo a guida politica, basta con i tecnici. Serve un governo di legislatura che duri, solo così si affrontano e risolvono i problemi”. Il segretario del Pdl ribadisce inoltre la necessità di aprire una trattativa in vista dell'elezione del nuovo Capo dello Stato: “Non si può non tenere conto che il turno elettorale coincide con l'elezione del presidente della Repubblica. Le forze politiche che hanno avuto massima rappresentanza vanno coinvolte in un momento così delicato”.
Alfano allude alla proposta avanzata dal Pdl di evitare che il centrosinistra, dopo aver eletto con i propri voti i presidenti di Camera e Senato, faccia altrettanto con il presidente della Repubblica. Se il centrodestra continua a fare il nome di Gianni Letta come candidato ideale, nel centrosinistra, per favorire il dialogo, sono spuntati i nomi di Franco Marini, ex presidente del Senato ed ex segretario della Cisl, e di Sergio Mattarella, più volte ministro, giudice della Corte costituzionale dal 2011. Intanto si tratta di verificare le chance di Bersani. L'appello a non impedire che il suo governo possa decollare può avere una risposta solo in Parlamento. La scommessa che vuole giocare il segretario del Pd è verificare se davvero si vuole impedire la nascita di un governo, dopo tra l'altro che quello presieduto da Mario Monti sta deflagrando dopo le dimissioni di Giulio Terzi da ministro degli Esteri a causa delle divergenze interne all'esecutivo sulla gestione del “caso maro”'.
Per questo le indiscrezioni sostengono che Bersani abbia già nel taschino la lista dei ministri da far esaminare domani a Napolitano, quando salirà sul Colle per riferirgli sull'esito del mandato attribuitogli. Si tratterà di appurare se il presidente della Repubblica riterrà opportuno inviare Bersani alle Camere, nonostante l'incertezza sui numeri a sua disposizione, o se inizierà da subito a pensare a un'altra soluzione. Come quella di un governo tecnico votato da Pdl, Pd, Lega Nord e Scelta Civica, che gestisca la riforma elettorale e l'andamento dell'economia. Sulla sua durata sarebbe impossibile fare previsioni. (asca)