Alcuni articoli apparsi oggi sulla stampa, legittimamente protesi a indagare le reazioni interne al PdL sull'idea di ricostruzione di Forza Italia, e il pregevole ma fiabesco lavoro in queste ore di taluni 'retroscenisti', confondono le acque e rischiano di disorientare cittadini, colleghi e osservatori» esordiva Fabio Rampelli settimana scorsa nel corso della iniziativa mondana sulle gradinate del Celio di fronte al Colosseo alla presenza de er mejo del Pdl: da Alfano alla Meloni, da La Russa a Sacconi, da Alemanno alla Polverini, da Gasparri a Brunetta.
Una elegante cornice per ospiti di eccezione contornati da una folla di 5000 presenti. L'altro ieri invece Gianni Alemanno ha aperto, con un breve saluto rivolto alla piazza della terrazza del Pincio, la serata di presentazione della Lista civica Rete Attiva X Roma per le prossime amministrative. Il sindaco, proprio all'interno di una cornice, questa volta vuota e dorata, presentava «la più grande opera d'arte del mondo» com'era scritto sotto fra luci, lustrini e pajettes di sicuro effetto. Bel coupe de teatre, molto americano, al cospetto di 2000 entusiasti supporters che si sono andati via via diradando nel corso dell'iniziativa.
Ma poco male: l'exibition senza risparmio di mezzi ha avuto la sua risonanza mediatica sui giornali di ieri nonostante qualche maligno abbia sparso la voce che molte di quelle presenze, partecipi ed entusiaste, fossero state mobilitate e precettate fra i comunales, dai vari assessori. Questa sera infine Augello rilancia il Pdl, le primarie e tanto altro ancora, addirittura in piazza San Giovanni mentre la città è invasa di manifesti che annunciano il fausto evento. Ebbene, tre iniziative, tre nomi per ordine alfabetico: Alemanno, Augello, Rampelli. Non c'è bisogno di essere i 'retroscenisti' di cui parla l'esponente dei gabbiani per individuare le anomalie di questo costoso fiorire di iniziative pre-elettorali. Orbene, nella nostra beata ingenuità ed affidandoci al nostro incolto buon senso casereccio, ci chiediamo perché proprio in vista di un lancio elettorale nel quale il sindaco si va prodigando già dall'anno scorso con gli Stati generali di Roma, i tre amici, già camerati, non si siano stretti solidalmente in una unica iniziativa attorno a Gianni, come "le dita di una sola mano strette in un pugno" (Majakovsky). Altri più smaliziati (non è il nostro caso) potrebbero invece ravvisare nella tripletta l'eterno confronto fra le tre componenti di una destra romana oggi preoccupata per gli eventuali esiti elettorali e tutt'altro che coesa attorno al proprio sindaco. Tanto più che i soliti maligni "retroscenisti" e qualche prezzolato sondaggista, lo vedono in caduta libera di consensi.
Quanto poi alla presenza di Alfano in due delle kermesse non sta a significare un bel niente se il Cavaliere di Arcore ha deciso di rientrare sulla scena e ancor meno può significare il pressing sulle primarie che si svolgerebbero solo a Roma, tanto per fare la conta fra i tre potentati prima della resa dei conti. La destra romana è tradizionalmente forte, diremmo quasi anomala rispetto al panorama nazionale, ma non c'è bisogno di essere acuti e fantasiosi "retroscenisti" per comprendere che questa volta il suo futuro è legato alla sorte degli ex aennini senza una guida unica dopo l'eclatante strappo di Gianfranco Fini. E comunque finisca per chiamarsi e organizzarsi il nuovo partito che ha in testa Berlusconi, i Gasparri, La Russa, le Meloni giù giù scendere sino agli Alemanno, Augello, Rampelli e compagnia cantante, il 30% di deputati e senatori alle prossime politiche se lo possono ben scordare, qualunque sia la legge elettorale. E allora tanto vale curarsi i propri feudi romani ciascuno per conto proprio e andare divisi per far finta di colpire uniti alle comunali.
Giuliano Longo