Il Colosseo perde pezzi, ma al sindaco non piace la zona di sicurezza perimetrata con i cavalletti e propone addirittura di avvolgere il monumento con delle reti, ipotesi che Mariarosaria Barbera, soprintendente per i Beni archeologici di Roma giudica “aberrante”.
In verità il sindaco aveva nei giorni scorsi accusato la soprintendente di “allarmismo” per di più affidando le valutazioni sullo stato del Colosseo a perizie private, sicuramente non gratuite, ma di fatto scavalcando i presidi tecnici pubblici, ovvero la soprintendenza stessa.
Si dà il caso che la Soprintendenza speciale avesse già elaborato uno studio delle traiettorie delle eventuali cadute di materiali dalla facciata del monumento e che i risultati erano stati esaminati dai Vigili del Fuoco che avevano provveduto all’immediata perimetrazione della zona di sicurezza oggi visibile intorno al Colosseo. «Un procedimento aperto e svolto da uffici tecnici di natura pubblica - prosegue la soprintendente in una lettera inviata al sindaco e riportata integralmente dall’agenzia DIRE - nell’ambito delle competenze previste dalla normativa e della concertazione, che rende del tutto superfluo il ricorso a ulteriori tavoli, che vedrebbero riuniti i medesimi organismi tecnici che hanno già deliberato».
Barbera non solo respinge l’accusa di allarmismo rivoltale dal sindaco, ma difende le perizie e le prove tecniche dei suoi uffici e degli esperti ricordando che le conclusioni di quel lavoro avevano ricevuto il plauso del sindaco, tanto che i titoli delle agenzie dell’11 gennaio riportavano: “Colosseo. Alemanno: bene zona rossa”. Ma il sindaco ne era convinto già il 27 novembre 2012, quando in Campidoglio e alla presenza del ministro per i Beni culturali, aveva accettato senza riserve la zona di rispetto intorno al Colosseo illustrata allora dal direttore regionale per i Beni culturali, l’architetto Federica Galloni.
Cosa è successo nel frattempo? Semplice. E’ sorto il problema della collocazione di una fermata d’autobus sulla via dei Fori imperiali, che fra l’altro dovrà essere spostata per i cantieri della metro C nei prossimi sei anni. Una fermata a soli 12 metri dal Colosseo, mentre la fascia di sicurezza ne misura 15. Insomma, il Comune ha approvato la “zona rossa”, ma ora vuole inserire quella fermata Atac all’interno della fascia di sicurezza, restringendo quest’ultima di cinque metri.
Da questa banale e assurda motivazione nasce la proposta delle “reti appese” che comunque deturperebbero il monumento oltre a risultare di incerta efficacia. «Il sindaco sa - conclude la soprintendente - che l’unica possibilità di mettere definitivamente in sicurezza il prospetto del Colosseo è dare corso al progetto di restauro elaborato dalla Soprintendenza e finanziato dalla Tod’s spa". Già, che fine ha fatto quel progetto strombazzato in pompa magna dal sindaco?
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