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ATTUALITÀ · venerdì 1 giugno 2012

2 Giugno, festa senza sfarzo. Attesa per discorso Napolitano

Sobrietà nelle celebrazioni per rispetto ai terremotati dell'Emilia Romagna, dove il capo dello Stato si recherà in visita il prossimo 7 giugno

Oggi il presidente Giorgio Napolitano consegnerà al Quirinale l'attestato d'onore di “Alfiere della Repubblica” a nove ragazzi che poi, con i loro genitori, parteciperanno al ricevimento per l'anniversario della Repubblica.

“La benemerenza, introdotta dal presidente Napolitano dal 2010 e riservata ai minori italiani e stranieri nati nel nostro paese o che abbiano frequentato con profitto le scuole italiane per almeno cinque anni”, si legge sulla pagina internet del Quirinale. Con questa iniziativa iniziano le celebrazioni del 2 giugno. Il presidente Napolitano ha confermato che il ricevimento delle istituzioni al Quirinale e la parata militare previsti per oggi e domani in occasione della Festa della Repubblica si svolgeranno regolarmente, seppure ridimensionati. Come si legge nella nota diffusa dopo l'incontro con i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, e il presidente del Consiglio Mario Monti accompagnato dal sottosegretario Antonio Catricalà, le iniziative “saranno improntate a criteri di particolare funzionalità e sobrietà, sia per i limiti entro cui si svolgerà la rassegna militare, sia per i caratteri che assumerà l'incontro in Quirinale con i rappresentanti del Corpo diplomatico, di tutte le istituzioni e di significative espressioni della società civile”.

Nelle intenzioni di Napolitano, la parata militare non dovrà essere uno sfoggio di divise accompagnato dallo sfrecciare in cielo delle Frecce tricolori, quanto lo sfilare di forze militari e unità operative che assicurano la solidarietà nazionale nei momenti di emergenza come quello del terremoto di questi giorni. Anche il ricevimento nei giardini del Quirinale non sarà sfarzoso. A motivare funzionalità e sobrietà sono le notizie provenienti dalle zone terremotate dell'Emilia Romagna, dove il capo dello Stato si recherà in visita ufficiale il prossimo 7 giugno. Napolitano, pur tenendo conto dei tanti appelli affinchè fosse cancellata la parata militare ai Fori imperiali, ha preferito dare un segnale di unità delle forze dello Stato, in particolare delle Forze armate, dei corpi di Polizia e della Protezione civile come “solido fondamento per il rafforzarsi dell'indispensabile fermezza e fiducia con cui affrontare i problemi dell'oggi e del domani, a cominciare da quelli delle popolazioni e dei territori colpiti dal recente terremoto”. Lasciando mercoledì in anticipo il Friuli, dov'era in visita ufficiale, il capo dello Stato era tornato a precisare la sua posizione: “Credo che anche in questo momento la Repubblica, lo Stato e le istituzioni debbono dare prova di fermezza e di serenità: non possiamo soltanto piangerci addosso. Una cosa è abbracciare le famiglie che piangono per i loro lutti; altra cosa è piangerci addosso come italiani e come istituzioni. Questo non possiamo farlo: abbiamo il dovere di dare un messaggio di fiducia”.

Per Napolitano - è prevedibile che lo ribadirà nel suo messaggio del 2 giugno - l' attenzione si deve concentrare sul che fare nelle zone terremotate, dai problemi dell'assistenza immediata a quelli della ricostruzione, e non sulle polemiche che ritiene strumentali come quella delle modalità della parata militare. Le istituzioni, a suo parere, devono sempre dare esempio di unità nazionale. Nel suo messaggio per la Festa della Repubblica, Napolitano potrebbe tornare a battere il tasto della necessità delle riforme, a iniziare da quella della legge elettorale. Di questo ha parlato anche nel suo recente discorso a Pordenone, nel corso della visita in Friuli, toccando anche il tema del semipresidenzialismo: “Si può benissimo discutere di come ripensare la figura del presidente della Repubblica. Io voglio solo dire che in questi sei anni ho rafforzato la convinzione, che era precedente, che i nostri costituenti nel 1946-47, in quello straordinario sforzo di equilibrio, di unità, di sintesi e di lungimiranza, diedero una soluzione al problema del Capo dello Stato profondamente motivata: avere al vertice dello Stato una figura neutra, politicamente imparziale”. Ha poi precisato su ipotesi di riforma, come quella del semipresidenzialismo, che riguardino ruolo e poteri del capo dello Stato: “Io sono soltanto spettatore di fronte a una discussione che si apra anche su questo tema, ma bisogna ben vedere quali equilibri si creano in luogo di quelli che si superano e si accantonano”. Toccherà nei prossimi giorni al dibattito sulle riforme costituzionali che approda all'Aula del Senato dare una risposta agli interrogativi posti dal presidente della Repubblica. Proprio questa mattina il Pdl, che riunisce i suoi gruppi parlamentari, deve decidere se presentare al Senato il proprio emendamento a favore del semipresidenzialismo. (asca)